ARABA FENICE

Araba fenice é il titolo di questo ologramma che fluttua all’interno di un quadrato inscritto in diversi cerchi concentrici.

Vi è una distinzione sotto il profilo simbolico tra il quadrato ed il cerchio: Il quadrato esprime il terrestre, il cerchio il celeste.

Il cerchio è per il quadrato ciò che il cielo è per la terra e l’eternità per il tempo. Il quadrato nella mia concezione non è altro che la perfezione della sfera sul piano terrestre e la sintesi dei quattro elementi.

In altri termini l’umanità è collegata alla divinità come il tempo all’eternità, il visibile all’invisibile e il terrestre al celeste.

Araba fenice è il mio personale racconto simbolico del concetto di eternità ovvero del passaggio dal buio alla luce poiché tutto ha inizio dal fuoco, da una scintilla di luce e dai suoi frammenti in movimento.

Tre è simbolo di creatività, oltre che essere un numero perfetto, e tre sono infatti gli oroburo color dell’oro che nascono dal fuoco: l’oroburo, il serpente che si morde la coda, è simbolo di morte e rinascita.

Gli oroburo si intrecciano, si scompongono, diventano due e poi uno solo che a sua volta si liquefà dopo essersi assottigliato per trasformarsi infine in un rigagnolo
d’acqua.

Ecco che l’acqua diventa ora protagonista assoluta e disegna un cubo senza facce, una casa senza pareti, un nido costruito per accogliere provvisoriamente soltanto l’araba Fenice.

L’uccello mitologico poco dopo prende infatti fuoco ma dalle sue ceneri nasce un uovo, un grande uovo, un mosaico che riflette il mondo. L’uovo, simbolo di vita, origine del mondo e della terra viene scosso da un forte vento simbolo del soffio vitale.

Il soffio frantuma e fa esplodere l’uovo in tante piccole particelle di luce dalle quali sorge l’araba Fenice in tutto il suo splendore e che proprio come il sole, che è sempre lo stesso e risorge solo dopo che il sole “precedente” é tramontato, di Fenice ne esiste solo una: eterna ed immortale.