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BIOGRAFIA

Nasce a Catania nel 1950. Si innamora della fotografia fin da bambina, quasi per gioco, coltivando poi questa passione per tutta la vita. Frequenta l’Istituto Europeo di Fotografia, cimentandosi da giovanissima in studi di settore a Brera e collaborando anche con Lionel Pasquon.

Oggi è una visual artist di grande successo e ha trovato nella fotografia e nell’olografia i canali di espressione che meglio si confanno alla sua necessità di penetrare l’anima delle cose ed entrare tra i meandri dell’essenza. I suoi primi lavori nascono come reportage fotografici dei viaggi in Giappone, Etiopia, India e Birmania, da lei effettuati nel corso della propria vita.

Istintiva e curiosa, propone un repertorio significativo sull’identità culturale orientale, attraverso i costumi, le diverse etnie e le tradizioni culinarie, con tutte le declinazioni sugli aspetti del vivere quotidiano.

Frammenti d’identità, Donne di Birmania, sono alcuni dei primi e più noti corpi fotografici dell’artista, dove cattura con il suo obiettivo popolazioni autoctone, colte in momenti di vita quotidiana.

Il suo occhio, depurato e filtrato, si sofferma sugli sguardi densi di vita di donne, anziani e bambini.

Si tratta di lavori che superano di molto il nozionistico concetto di “reportage fotografico”, nascono dal desiderio di scoprire la profondità degli intimi segreti nascosti nei volti incontrati, fermati nel tempo con uno scatto.

L’artista riesce mirabilmente a ricomporre, attraverso i particolari, un viaggio dell’anima e nell’intimo, riconsegnandolo direttamente al fruitore.

Successivamente il filo conduttore della sua poetica pur rimanendo immutato è volto a cogliere non più i Ritratti dell’anima ma i Paesaggi dell’Anima.

Ed è così che Rossella inizia una ricerca sui quattro elementi: fuoco, acqua, terra ed aria, effettuando viaggi estremi ai quattro angoli della terra.

Si tratta di scatti nati da uno sguardo microscopico e ingrandito su dettagli isolati, elementi della natura che, frantumati e decontestualizzati, aprono le porte dell’astratto e del metafisico.

“LA MEMORIA È VITA CHE NON MUORE, PRESENTE CONTINUO CHE PENETRA I SECOLI ED OFFRE ALL’UOMO DI TUTTI I TEMPI L’ENERGIA DI CUI HA BISOGNO PER RINNOVARSI”​
ROSSELLA PEZZINO DE GERONIMO

In Alchimie lineari, l’occhio della fotografa ricade su terre desertiche e ghiacciate, paesaggi rocciosi e orizzonti montuosi, riproposti come sedimentazioni orizzontali di forme e cromie volte verso una fusione generatrice di nuove visioni fantasmagoriche.

La serie di opere dal titolo “Cruel colors” rappresenta l’elemento fuoco, “Alchimie Lineari” simboleggia l’elemento acqua, “Il Respiro del Cielo” riprende l’elemento terra e “Le Radici dell’Aria” è ispirata all’elemento aria. Questi lavori sono il frutto di un lungo iter creativo che parte dalla necessità di superare il dolore e la sofferenza per sublimarli in una ricerca volta a cogliere alla fine del percorso gli elementi che conducono alla bellezza, alla semplicità, alla purezza.

Per giungere a questo risultato l’autrice ha lavorato “a togliere” depurando le sue immagini di ogni riferimento riconoscibile così da collocarle in una dimensione atemporale.

Questa operazione le ha consentito di spostare l’attenzione del soggetto realisticamente inteso alle forme pure che lo caratterizzano seguendo in ciò un percorso di ricerca che approda a un equilibrio: quello della composizione fotografica ma anche quello interiore raggiunto dalla fotografia stessa.

A partire dal 2012, l’artista si avvicina all’olografia, ulteriore campo di indagine affrontato, in cui non manca di mostrare grande padronanza della tecnica, con risultati davvero mirabili.

Le opere olografiche propongono scenari immaginifici evocatori delle grandiose trasformazioni della terra. Esse accompagnano al moto di acqua, aria, fuoco e terra quello vorticoso e spiraliforme delle immagini.

L’artista, anche in tale produzione conduce un’indagine interiore, volta ad eliminare il dolore del proprio io attraverso la proiezione di immagini tridimensionali che fluttuano nell’aire.

L’abilità tecnica dunque nella catanese è più che una mera forma di virtuosismo artistico: è sinonimo di indagine degli strumenti della propria arte, messa al servizio di un approfondimento complessivo sulla personalità.